domenica 27 dicembre 2015

Little Nemo di Winsor McCay 2

Proseguendo l’analisi di Little Nemo non si può ignorare, per la corrispondenza perfetta tra forma e contenuto, la tavola del 19 gennaio 1908, in cui i personaggi si trovano ai piedi di un’altissima scalinata, mentre nella vignetta successiva sono già in cima ad essa. Il repentino cambiamento di prospettiva, vertiginoso per il lettore, per cui i personaggi sono giunti improvvisamente ad un’altezza elevatissima, rende possibile replicare la differenza di proporzioni nelle due vignette successive, in cui sono i personaggi invece a diventare piccolissimi o giganteschi rispetto all’ambiente circostante. In due altre occasioni poi McCay inventa due soluzioni citate nel moderno Esercizi di stile: l’aggiunta di un personaggio identico al protagonista in ogni vignetta successiva alla prima (14 gennaio 1906), col devastante effetto di provocare un senso di affollamento e di perdità di identità da incubo, e il trascorrere velocissimo del tempo, per cui Little Nemo diventa un vecchio centenario nello spazio di una sola tavola (31 dicembre 1905). Altri esempi si potrebbero fare, se si pensa per esempio ai “Sogni di un divoratore di crostini”
di McCay, ma questi già bastano a chiarire la modernità di questo autore e la sua grande presa sul lettore antico o moderno, adulto o bambino.

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