Proseguendo l’analisi di Little Nemo non si può
ignorare, per la corrispondenza perfetta tra forma e contenuto, la tavola del
19 gennaio 1908, in cui i personaggi si trovano ai piedi di un’altissima
scalinata, mentre nella vignetta successiva sono già in cima ad essa. Il
repentino cambiamento di prospettiva, vertiginoso per il lettore, per cui i
personaggi sono giunti improvvisamente ad un’altezza elevatissima, rende
possibile replicare la differenza di proporzioni nelle due vignette successive,
in cui sono i personaggi invece a diventare piccolissimi o giganteschi rispetto
all’ambiente circostante. In due altre occasioni poi McCay inventa due
soluzioni citate nel moderno Esercizi
di stile: l’aggiunta di un personaggio identico al protagonista in ogni
vignetta successiva alla prima (14 gennaio 1906), col devastante effetto di
provocare un senso di affollamento e di perdità di identità da incubo, e il
trascorrere velocissimo del tempo, per cui Little Nemo diventa un vecchio
centenario nello spazio di una sola tavola (31 dicembre 1905). Altri esempi si
potrebbero fare, se si pensa per esempio ai “Sogni
di un divoratore di crostini”
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